Un altro motivo per il ritorno all’utilizzo del camino è che tra meno di 15 giorni, l’Arera aggiornerà le tariffe per la luce e il gas e si prevedono grosse mazzate. Proprio per questo, chi può sta pensando a metodi di riscaldamento alternativo come le stufe e i camini a biomassa. Attenzione, però, in alcune regioni potrebbero essere vietati per contrastare l’inquinamento atmosferico. Ma a quali impianti si riferisce nel dettaglio la norma?
Sommario
Stufe e camini a legna: attenzione ai divieti
Veneto ed Emilia Romagna
Anche in Piemonte c’è il divieto di usare stufe e camini a legna: ecco le tipologie
Le multe
Stufe e camini a legna: attenzione ai divieti
Per contrastare l’inquinamento atmosferico c’è divieto di usare stufe e camini e la Lombardia è tra le regioni più severe. In particolare sul territorio lombardo è vietata l’installazione di generatori di calore alimentati da biomassa legnosa con emissioni più alte di quelle consentite. Inoltre è necessario che essi abbiano almeno 4 stelle mentre è vietato usare generatori di calore domestici con 0, 1 e 2 stelle. E non è finita, dal 1° ottobre 2018, poi, per le stufe a pellet di potenza termica nominale sotto i 25 kW è obbligatorio usare combustile certificato conforme alla classe A1.
Veneto ed Emilia Romagna
Tra le regioni che applicano multe per l’accensione di stufe e camini ci sono anche Veneto ed Emilia Romagna.
Partiamo dal primo dove le regole sono simili a quelle della Lombardia. Da dicembre 2017 su tutto il territorio non si possono installare generatori di calore con classe di prestazione sotto le 3 stelle.
Su tutto il territorio dell’Emilia Romagna con una direttiva che ha validità dal 1° al 31 marzo di ogni anno, si vieta ai comuni sotto i 300 metri di altitudine di usare generatori di calore a biomassa legnosa sotto certificazione a tre stelle. Nel caso in cui ci sia peggioramento dell’aria, poi, questa misura scatta per tutti i comuni di pianura con certificazione inferiore a 4 stelle. C’è inoltre l’obbligo di ridurre la temperatura di almeno 1 grado fino a massimo 19 gradi nelle case, uffici, luoghi di culto e attività commerciali. Fino a 17 gradi, invece, in quei luoghi che ospitano attività artigianali/industriali.
Anche in Piemonte c’è il divieto di usare stufe e camini a legna: ecco le tipologie
Limitazioni riguardo stufe e camini ci sono anche in Piemonte: dal 1° ottobre 2019, infatti, c’è il divieto di installare generatori di calore alimentati a biomassa legnose con potenza nominale sotto i 35 kW. La classe, poi, non deve essere sotto le quattro stelle. Dal 1° ottobre 2019, infine, c’è anche il divieto nei comuni che appartengono alle zone “pianura”, “collina” e “agglomerato di Torino” di usare generatori di calore con potenza nominale più bassa di 35 kW e classe inferiore alle tre stelle.
Le multe
Scaldarsi con stufe e camini in alternativa al gas per risparmiare potrebbe rivelarsi molto costoso se non si rispettano le regole regionali. Ogni regione, infatti, ha le sue multe in caso di infrazione. In Lombardia, ad esempio, esse vanno da un minimo di 500 euro ad un massimo di 5 mila euro.
Le proteste per tali norme sono all’ordine del giorno. Il problema, riguarda infatti, molti dispositivi. Sono incluse le caldaie con alimentazione a pellet o cippato, i camini chiusi, le cucine a legna ma anche gli inserti a legna e le cucine a pellet.
In più le stufe, quelle a legna, ad accumulo, a pellet e le termo stufe. In parole povere tutti i generatori di calore a biomassa a livello domestico.
Per un breve periodo, si spera, si dovranno usare di nuovo le centrali a carbone, dicono in molti. La speranza è quindi quella che i divieti su stufe e camini si attenuino. In ogni caso, diceva un proverbio “Chi scherza col fuoco prima o poi si brucia”. Se tutte le regole su indicate non verranno ridimensionate, quindi, attenzione, perché davvero potrebbe capitare di dover pagare multe salatissime.
alessandra.dibartolomeo@investireoggi.it
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