14/03/2022 - L’ira funesta dell’emmerdeur Macron si è placata. Oggi, lunedì 14 marzo, la Francia rottama il green pass (passe vaccinal, lo chiamano Oltralpe) insieme alla generalità dei divieti e degli obblighi legati al Covid.
Sopravvivono solo un paio di aspetti marginali. Il primo è la mascherina sui mezzi di trasporto pubblico e nei luoghi di cura. All’ingresso dei luoghi di cura – ed è il secondo aspetto sopravvissuto – bisogna inoltre mostrare un tampone negativo oppure certificato di vaccinazione o certificato di guarigione.
Così in Francia ora basta un tampone negativo – basta un tampone negativo! – per andare a trovare una persona ricoverata in ospedale. Che luogo beato, la douce France. In Italia, per bontà dei nostri governanti, le visite ai ricoverati in ospedale e nelle case di riposo sono possibili dalla scorsa settimana (prima, nisba), ma può entrare soltanto chi si esibisce il certificato di vaccinazione con tre dosi, oppure due dosi e tampone negativo.
In tutta Europa gli obblighi legati al Covid cadono come birilli. Non però in Italia, dove si registrano solo lievi allentamenti alla mordacchia e vaghe promesse per il futuro. In Paesi come Austria, Germania, Svizzera il “liberi tutti” è già scattato quasi un mese fa. E dire che in Austria cercavano personale per dare la caccia ai non vaccinati… Se ne sono dimenticati, come pure dell’obbligo vaccinale che doveva essere il primo e il più severo del mondo.
In Italia invece perdura l’obbligo vaccinale per gli over 50. Il ministro Speranza, solertemente, sta inviando all’agenzia delle Entrate i dati degli inadempienti affinché ricevano la multa da 100 euro. Che poi, se vorranno pagarla, non potranno entrare neanche all’Ufficio postale… Ma forse gli over 50 potranno tornare a lavorare anche prima della fatidica data del 15 giugno, esibendo un tampone negativo. Solo forse: sono chiacchiere ministeriali da talk show, o giù di lì.
Si parla in effetti di una road map per allentare gli obblighi anche nell’italico stivale, ma non risultano fissati nemmeno i criteri in base ai quali allentare. Il numero dei contagi? Il numero dei ricoverati?
Dai piani alti promana l’intenzione di varare un apposito decreto legge e di legare l’alleggerimento alle date del calendario: non alla situazione epidemiologica. Praticamente, un “vuolsi così colà dove si puote”, e non la presa d’atto dell’oggettivo miglioramento della situazione: il cui andamento, peraltro, si è in passato mostrato assai refrattario a legarsi all’entrata in vigore di obblighi e divieti.
Soprattutto, l’Italia non smette di inseguire i cittadini con una siringa. La quarta siringa. Walter Ricciardi, consigliere del ministro Speranza, raccomanda di estendere a più categorie la somministrazione della quarta dose. Così si potrà passare alla quinta dose all’inizio dell’inverno, quando i casi torneranno presumibilmente ad aumentare come è stato negli ultimi due anni.
GIULIA BURGAZZI
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