Reazioni avverse, medici sotto ricatto: “Se scrivono trombosi sul referto scoppia un casino”

07/05/2022 - Sono in tutto 134.361 le persone — per un totale di 99 segnalazioni ogni 100 mila dosi di vaccino anti-Covid somministrate — che hanno segnalato reazioni avverse all’Aifa. Di queste il 17,8% ha denunciato la comparsa di sintomi gravi: sono i dati contenuti nell’ultimo rapporto, aggiornato al 26 marzo scorso, dell’Agezia italiana del farmaco. 

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134mila, la popolazione di città come Latina e Ferrara. Un esercito inascoltato e marginalizzato, costretto a percorrere un calvario di visite specialistiche e cure spesso non risolutive, a scontrarsi contro la cortina di «misterioso» silenzio del corpo medico che nella maggior parte dei casi sembra non volerne sapere di riconoscere la sofferenza di queste persone.

Il calvario di chi è colpito da reazioni avverse

L’edizione odierna del Fatto Quotidiano ha raccolto le testimonianze di queste persone e della loro convivenza con le reazioni avverse. «Io devo prendere oppioidi e antistaminici da un anno – racconta Federica – l’anno scorso non sono riuscita a terminare l’anno scolastico, quest’anno accumulo assenze, almeno una a settimana». 

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Il pellegrinaggio da uno specialista all’altro sembra non avere fine. «Ognuno di noi è stato visitato in media da 15-20 specialisti, perché nella sanità pubblica, quando vedono che gli esami di routine non rilevano niente alzano le mani: abbiamo speso migliaia di euro». Tra i medici di base, confida la ragazza, circola un’atmosfera di terrore omertoso. «Alcuni sono terrorizzati. Pur di non affrontare l’argomento ti mandano a casa la lettera che sancisce la fine del rapporto fiduciario: purtroppo accade».

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La storia di Davide

Emblematica anche la testimonianza di Davide, nome di fantasia, sempre riportata dal Fatto: «Mi sono vaccinato con convinzione: prima e seconda dose con Moderna, il 15 giugno e il 21 luglio 2021. Ma dopo quello che mi è successo credo che ci sia la volontà di nascondere tutto ciò che riguarda le reazioni avverse e che la campagna vaccinale sia stata portata avanti in modo autoritario», si sfoga. E’ affetto (come certificato dal medico di famiglia) da «sintomatologia gravemente invalidante e probabili episodi di trombosi».

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Confida di essere stato costretto a registrare il colloquio con un neurologo che gli ha prima diagnosticato a voce una trombosi del microcircolo del sistema nervoso. «Se lo metto per iscritto succede un casino». Nel referto, invece, ha preferito scrivere «attivazione di processo infiammatorio cronico ancora presente a distanza di quattro mesi dalla somministrazione del vaccino». Davide è praticamente invalido da 7 mesi. Dopo le vaccinazioni il braccio gli si è paralizzato per cinque mesi. «I medici dell’hub a cui mi sono rivolto mi hanno detto di non saperne niente. Il mio medico mi prescrive una cura, inefficace, ed esami fissati solo a distanza di tre o quattro mesi. Intanto, ero diventato invalido».

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Nel frattempo entrano in vigore le nuove normative sul super green pass. Davide non ha l’auto ed è costretto a fare la spola tra gli specialisti a piedi, con enorme fatica, perché nessun dottore gli firma l’esenzione e lui, senza, non può più prendere l’autobus. Il 15 marzo la commissione medica gli nega l’esenzione definitiva, ma senza mettere nulla per iscritto. «Alla fine l’esenzione l’ho ottenuta dal mio medico di famiglia. Solo che tra le causali è sparito qualsiasi riferimento alle reazioni avverse. È rimasta solo quella relativa all’ipersensibilità al principio attivo, che è qualcosa di molto diverso».

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Cristina Gauri

https://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/reazioni-avverse-un-paziente-denuncia-lomerta-dei-medici-se-scrivo-trombosi-sul-referto-scoppia-un-casino-232679/

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