Il Noor, questo il suo nome, è il primo impianto del pianeta a concentrazione ibrida, in parte fotovoltaica e in parte a concentrazione solare. L’idea ha un’origine antichissima e prende ispirazione dagli specchi usati da Archimede per incendiare la flotta nemica davanti a Siracusa. Oltre a essere un’ottima idea dal punto di vista ideologico, si può in parte ricondurre alla religione islamica, nel Corano si trova per esempio l’obbligo di Hima, ovvero di istituire riserve naturali. Attorno alla torre ci sono 7400 superfici riflettenti, piazzate su piattaforme alte dieci metri, ognuna grande come un campo da tennis, e in grado di inclinarsi per dirigere i raggi del sole con la giusta angolazione.
campo solare si estende per 550 ettari e complessivamente è addirittura grande tanto quanto Rabat, la capitale marocchina. Il calore è concentrato nella parte superiore della torre e produce vapore acqueo, che a sua volta mette in moto le turbine per produrre elettricità. La sezione a concentrazione solare Noor III, ha una potenza di 150 megawatt, circa un sesto di una centrale a gas standard.
La sua particolarità è che può immagazzinare energia per sette ore dopo il tramonto del sole e quindi continuare ad alimentare la rete elettrica anche di notte. Tutto ciò grazie alla tecnologia della concentrazione solare CSP (Concentrated Solar Power), che le consente di conservare il calore in immensi serbatoi-batterie che contengono una soluzione di sali fusi. A fare questa scoperta, è stato proprio un italiano, il fisico premio nobel Carlo Rubbia.
Qual è l’obiettivo del Marocco? Oggi, il Regno paga ben 30 centesimi/kWh (kilowattora) per il suo fabbisogno energetico, mentre stringendo accordi con la società che gestisce l’impianto lo pagherà 15 centesimi. Successivamente, quando entrerà a pieno regime la centrale, il costo previsto sarà di 7 centesimi/kWh.
Lo scopo è portare il paese al 52% di fonti di energia rinnovabili entro il 2030 (dal 34% di oggi) e riuscire a venderle attraverso lo stretto di Gibilterra dal porto di Tangeri. Attualmente, il Marocco importa più del 94% del suo fabbisogno energetico. Il raggiungimento dell’autosufficienza energetica, grazie alla centrale Noor, non sembra più così tanto lontano. Sicuramente il Covid-19 non ha aiutato, riuscirà il regno nordafricano a raggiungere questo traguardo? Non ci resta che aspettare.
Omar Atiba
https://180gradi.org/sociale/180gradi/noor-la-piu-grande-e-innovativa-centrale-solare-del-mondo-marocco-carlo-rubbia
Nessun commento:
Posta un commento