27/04/2022 - Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences porta alla luce novità riguardo al campo magnetico terrestre. Esso è ritenuto essere il risultato di particelle cariche che rimangono intrappolate in una turbolenta danza di correnti di convezione in profondità sotto la superficie.
Un team guidato da Nicolas Gillet dell’Università di Grenoble Alpes in Francia ha scoperto che il campo magnetico del pianeta fluttua come un orologio ogni sette anni, spostandosi verso ovest a 1500 chilometri all’ora attorno all’equatore.
Lo studio francese, in pratica dimostra «una volta in più che c’è ancora molto da imparare sul funzionamento interno del nostro pianeta» scrive Futurism.
«Quello che è importante sapere è che il campo magnetico nel nucleo si evolve su scale temporali molto lunghe», ha detto Gillet a New Scientist. «E ciò a cui abbiamo assistito sono solo piccoli movimenti in aggiunta a questo».
Finora gli scienziati hanno previsto che un sottile strato di roccia stratificata potrebbe causare spostamenti nel campo magnetico tra il nucleo esterno della Terra e il mantello. Ma la ricerca di Gillet suggerisce che questi cambiamenti potrebbero aver luogo senza lo strato roccioso.
Il suo team ha analizzato i dati del campo geomagnetico tra il 1999 e il 2021 presi da satelliti e osservatori a terra. E i risultati potrebbero avere grandi implicazioni su come comprendiamo la formazione del nostro pianeta.
«Cerchiamo di comprendere la fisica responsabile dell’evoluzione osservata del campo magnetico del nostro pianeta», ha detto il Gillet a Newsweek. «Si evolve su tutte le scale temporali e i periodi più lunghi mostrano i cambiamenti più forti».
«Questi cambiamenti interannuali sono rimasti inspiegabili dalla loro scoperta alla fine degli anni ’70 nei registri a terra… Capirli apre una porta sul campo nel profondo del nucleo, che non possiamo sondare direttamente sulla base delle sole osservazioni».
Gli studi riguardo questa grande incognita di cosa ci sia veramente al centro del nostro pianeta si stanno moltiplicando, indicandoci tuttavia qualcosa di molto chiaro: non sappiamo nulla del nostro Pianeta. Nemmeno di quello.
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