Clamoroso: Una lobbysta delle case farmaceutiche produttrici di vaccini è a capo dell’EMA

01/01/2022 - L’EMA, l’ente europeo del farmaco, l’organizzazione che presiede all’approvazione,
alla vigilanza e al controllo dei farmaci. Un ruolo diventato cruciale nel momento in cui si è trattato di autorizzare l’immissione sul mercato dei nuovi vaccini anti Covid.


La recente nomina di Emer Cooke a direttrice esecutiva dell’Ema apre molti interrogativi sul ruolo svolto dall’Agenzia europea del farmaco nella promozione dei vaccini. Il suo curriculum dimostra che non sembrerebbe affatto indifferente agli interessi delle famose Big Pharma​, avendoci collaborato in modo organico in passato. 


Emer Cooke capo dell’EMA laureata in farmacia al Trinity College di Dublino, sessant’anni appena compiuti, gestisce le scelte di politica vaccinale europea. È lei che ha approvato Pfizer, Moderna, AstraZeneca e ora Johnson&Johnson, senza alcun problema. È lei che valuterà a breve la documentazione che Pfizer presenterà per ottenere l’autorizzazione a vaccinare anche i bambini. È lei che in una intervista di pochi giorni fa ha dichiarato «credo che servirà un terzo richiamo» delle vaccinazioni. In base a quali evidenze scientifiche? La dottoressa Cooke non l’ha spiegato. Però ha rassicurato che «tutti i vaccini funzionano bene». Senza dati, senza valutazioni epidemiologiche, ma con quella fede granitica che un tempo nel suo Paese di provenienza era riposta in san Patrizio e in Gesù Cristo e che ora si è spostata su nuove divinità farmacologiche.

Il fatto che Emer Cooke sia irlandese non è un dettaglio di colore: l’Irlanda è un vero e proprio Paradiso per l’industria farmaceutica, a partire dagli anni ’90, gli anni dell’esplosione dell’economia irlandese, che ne fecero la famosa “Tigre Celtica”. Questa crescita impetuosa non fu certo dovuta alla birra scura o al turismo nei magnifici villaggi dell’isola, ma soprattutto all’industria farmaceutica. L’85% delle principali aziende farmaceutiche ha sedi operative e stabilimenti di produzione in Irlanda. La parte del leone la fa la Pfizer, che ha diverse sedi, una delle quali in un paese vicino a Cork che ormai è noto come “Viagra Town” perché interamente dedicato alla produzione della celebre pillola del sesso che ha procurato nel corso degli anni profitti immensi al suo produttore.

L’Irlanda è inoltre il terzo maggior esportatore di farmaci al mondo. Emer Cooke cresce professionalmente in questa situazione estremamente favorevole a Big Pharma. Dopo la laurea in Farmacia, si specializza in management sanitario e si dedica anima e corpo all’attività di lobbysta dell’industria farmaceutica, ossia alla promozione negli ambiti istituzioni e governativi dei prodotti e degli interessi di tale industria. I suoi inizi sono tra il 1985 e il 1991, quando lavora nel settore farmaceutico irlandese come valutatore farmaceutico presso l’autorità di regolamentazione dei medicinali irlandesi. Da Dublino avviene poi il salto in Europa: la signora Cooke lavora per la Federazione europea delle industrie e associazioni farmaceutiche (EFPIA) come responsabile degli affari scientifici e normativi dal 1992 al 1998.

L’EFPIA è l’organizzazione di lobbying dei più grandi gruppi farmaceutici. Il lavoro della Cooke consisteva nel promuovere attivamente gli interessi dei Big 30 dell’industria farmaceutica​ europea, e i suoi clienti erano Pfizer​, AstraZeneca​, Novartis​, Johnson​&Johnson, e così via.


Si deve prendere atto che il curriculum dell’attuale leader dell’agenzia europea del farmaco, organismo che si occupa di valutare gli indici di rischio in base ai quali mettere in commercio un vaccino, dimostra che Emer Cooke​ non sembrerebbe affatto indifferente agli interessi delle famose Big Pharma​, avendoci collaborato in modo organico in passato. Formalmente oggi non c’è un aperto conflitto di interessi, ma è indubbio che è l’EMA che può consentire alle aziende di ottenere o meno enormi profitti, e se alla guida dell’agenzia c’è una persona che per molti anni ha lavorato per promuovere i loro prodotti, qualche ragionevole dubbio che si stia facendo solo l’interesse dei cittadini europei può sorgere. La Cooke è responsabile di un budget di circa oltre 300 milioni di euro per le attività dell’Agenzia, e il 90% di questo budget proviene dalle industrie farmaceutiche.


Il ruolo dell’EMA, come sappiamo, è fondamentale, sia in materia di autorizzazione, che di vigilanza. All’EMA toccherebbe il compito di valutare gli effetti avversi, ed eventualmente ritirare un vaccino, cosa che finora è avvenuta solo con AstraZeneca, e per un periodo molto limitato.



 

La direzione dell’EMA è dunque un ruolo chiave, dove l’apparato della burocrazia sanitaria europea e mondiale sembra aver messo la persona giusta, quella che nega la validità ad alcuni farmaci e approva tutto quello che l’industria farmaceutica propone. La combinazione perfetta.  Quando entrò in carica, la Cooke dichiarò: «La mia priorità numero uno sarà promuovere la risposta dell’EMA alla pandemia e il lavoro già in corso per supportare lo sviluppo e l’approvazione di vaccini». Non ci sono dubbi che questo sarà il suo obiettivo.

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