Quasi metà degli italiani è contro il vaccino: il terrorismo mediatico ha fatto flop.

Il terrorismo mediatico attuato dal regime sanitario mondiale ha fatto flop in Italia. E c'era da aspettarselo. Nessuno è disposto a rinunciare alla propria libertà, soprattutto se una epidemia viene strumentalizzata per alimentare la tensione sociale per sostenere gli interessi discutibili delle multinazionali. L'università Cattolica di Milano ha compiuto uno studio per sondare la disponibilità degli italiani a farsi inoculare il vaccino anticoronavirus. Il risultato è sorprendente. Il 41% degli intervistati è contrario a farsi vaccinare. Riporta la Fonte:




Lo studio analizza la propensione al vaccino da un punto di vista territoriale, di età e di professione, senza dimenticare l’aspetto psicologico. A livello geografico le differenze non sono così marcate. Basti pensare che rispetto al dato nazionale, l’orientamento a non vaccinarsi risulta leggermente maggiore nel Centro Italia (43%).

Arrivano informazioni interessanti dal profilo psicologico, in particolare dal giudizio sulla vaccinazione come atto di responsabilità sociale. Dalla ricerca emerge che chi ha un atteggiamento individualista nella gestione della salute e non considera il vaccinarsi come atto responsabile, tende a essere ancora più scettico verso un futuro programma vaccinale per il coronavirus (71% contro 41% del totale campione). Al contrario, appaiono decisamente più propensi della media quanti ritengono che i loro comportamenti abbiano un valore importante per la salute collettiva.

La conclusione cui è facile pervenire è che il terrorismo mediatico delle istituzioni italiane e straniere non ha funzionato. Dopotutto, se il primo virologo al mondo, anche se pro-vax, dott. Fauci, ammette che il vaccino è pericoloso, c'è poco da dire (fonte).

Perplessità emergono anche sotto il profilo della necessità di questo vaccino, messo in commercio con una fretta indiavolata come se fuori stessero perdendo la vita milioni di persone! Una "necessità" che esiste solo nella propaganda di governi che stanno facendo gli interessi delle multinazionali e non certo dei popoli.

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