L’allarmismo di virostar e mainstream sulla Cina? Una scusa per rilanciare paura, vaccini e Green Pass

29/12/2022 - Da ByoBlu – È ricominciata la campagna mediatica sul Covid-19, tra l’allarme di nuove possibili varianti e il cieco sostegno per i vaccini come soluzione di tutti i mali (con accuse velate a chi si oppone a questa idea). Da quanto si legge da ieri pomeriggio, sembra di essere tornati a tre anni fa, con la Cina come punto di partenza, le misure di contenimento per frenare la diffusione del virus e l’invito alla popolazione a vaccinarsi con nuove dosi.


Infatti non si sentiva parlare da tempo di “contagi in aumento” nelle varie regioni italiane come sta accadendo nel corso di queste ore. I principali giornali italiani aprono con parole come “allarme”, “paura”, “nuova ondata”, “no vax” e sono tornate le interviste agli esperti. Il premio sembra vincerlo il quotidiano la Repubblica con il titolo “Pandemia: il virus piomba sul governo No Vax”.

Il racconto sulla Cina è cambiato

Riepiloghiamo: la Cina applicava la politica Zero Covid, basata su dure restrizioni per contenere la diffusione del Covid-19. I cittadini cinesi, stanchi delle misure, hanno cominciato a protestare e allora il governo ha concesso maggiori libertà. Tra queste, l’apertura delle frontiere. Di conseguenza, chi vive in Cina ha ricominciato a viaggiare.


Politici, virologi e media occidentali, che sostenevano le proteste dei cittadini cinesi contro le restrizioni, appoggiando le richieste di maggiore libertà, hanno improvvisamente cambiato opinione, allarmandosi per l’arrivo dei cinesi perché possibili portatori di nuove varianti.


Italia, Stati Uniti (e prossimamente tutta l’Unione europea) hanno deciso di chiedere un tampone obbligatorio per chiunque arrivi dalla Cina al fine di isolare i soggetti positivi e sequenziare nuove varianti del virus. Una misura che anche Pechino del resto applica e quindi non c’è da stupirsi che gli altri Paesi decidano di cautelarsi.


Non è questa la sede per discutere dell’efficacia o meno dei tamponi ma ci sono però delle contraddizioni: perché prima si contestavano le restrizioni cinesi e appena queste sono state allentate si crea il panico?


È cambiato totalmente il racconto. Adesso si contesta il “liberi tutti” deciso della Cina e si mette l’accento sul “milione di contagi e i 5.000 morti al giorno” (su una popolazione di 1,4 miliardi di persone e sebbene contagi e malattia grave siano ben diversi).


Il nuovo allarmismo punta alla quinta dose

Si parla di “boom di contagi” nelle regioni italiane, anche se in realtà nel Paese la curva appariva più alta a febbraio. Perché la verità è che i contagi non si sono mai fermati, nonostante il racconto di molti esperti volesse far credere che il vaccino avrebbe sconfitto non solo la malattia ma avrebbe anche impedito di contagiare.


Attualmente, se i media occidentali parlano di una situazione critica, il governo cinese dice che è tutto nella norma, ma farsi un’idea su quanto diffuso dall’esecutivo di Xi Jinping (che ha pure eliminato il bollettino giornaliero) non è semplice, perché sappiamo quanto sia importante per il Partito comunista tenere tutto sotto controllo. Proprio per questo, non si capisce per quale motivo abbia deciso di allentare le restrizioni se lo scenario è problematico come sostengono i giornali occidentali.


Nel dubbio, comunque, esperti come Roberto Burioni ricominciano a elogiare i nostri vaccini, screditando quelli utilizzati dalla Cina e magnificando quelli usati dalle nostre parti dove, però, da tre anni si continua a parlare esattamente degli stessi temi. Anche il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, si è detto favorevole a una nuova dose di vaccino anti Covid.


Se i nostri vaccini sono i migliori di tutti e la vaccinazione di massa è stata la soluzione giusta, perché si crea questo allarmismo, ripristinando l’obbligo di tamponi mentre si cerca un responsabile esterno? Forse per trovare il modo di fare ripartire la campagna mediatica per spingere la gente verso quinte dosi e tessere digitali.


https://www.byoblu.com/2022/12/29/lallarmismo-sulla-cina-e-una-debole-scusa-per-rilanciare-vaccini-e-green-pass/

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