A inizio giugno, Mario Draghi ha nominato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani Commissario straordinario per i rigassificatori (unitamente a Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna). Giani, presente al Consiglio comunale straordinario e fortemente contestato – al punto da aver lasciato la città con la scorta – ha promesso ai cittadini che l’impianto rimarrà per «soli due o tre anni» e che vi saranno ampie compensazioni economiche da parte del governo. A meno di stravolgimenti, a settembre arriverà nel porto di Piombino una nave rigassificatrice di 293 metri che avrà il compito di ridurre la dipendenza dal gas russo, per abbracciare invece gli approvvigionamenti provenienti dagli Stati Uniti. Nel 2021, circa 29 miliardi di metri cubi di gas hanno rifornito le coste europee: in testa Regno Unito e Spagna – con 6 miliardi di metri cubi – seguite da Olanda e Francia. In Italia, non è stato invece sfondato il muro del miliardo, nonostante i tre rigassificatori attivi nella penisola (Livorno, La Spezia e Rovigo). Decisivi nell’indirizzare le scelte di Roma sono stati i contatti con Algeria e Russia basati sui gasdotti che attraversano il Mediterraneo e il Mar Nero. Una tendenza, quella del Gln, destinata comunque a essere invertita in futuro, come dimostrano gli 11 miliardi di metri cubi (la metà provenienti da Washington) importati in Europa nel 2022 nel solo mese di gennaio.
[di Salvatore Toscano]
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