La CANNABIS come soluzione per rigenerare e pulire i terreni contaminati

Lo sapevi che le radici della pianta di cannabis assorbono i metalli inquinanti e li trasformano in sostanze innocue, senza compromettere la loro crescita? Di recente, gli agricoltori italiani della zona di Taranto, nel sud del paese, hanno usato la canapa industriale per ripristinare la vita delle terre intossicate da una delle più grandi acciaierie d’Europa. Ma in precedenza, anche nei pressi di Chernobyl è stato coltivato questo tipo di pianta, con una bassa quantità di THC per eliminare i materiali radioattivi dai terreni. 





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18/04/17

È sempre più evidente che la cannabis ha delle proprietà molto benefiche per la salute. Tuttavia, non aiuta solo le persone, ma è anche un buon alleato per ripristinare il benessere della terra. Lo hanno dimostrato gli agricoltori di Taranto, nella regione della Puglia, che dopo aver visto come una tossina trovata nei pascoli ha distrutto il loro gregge di pecore hanno deciso di utilizzare la canapa per restituire ricchezza ai terreni che coltivavano.

Il problema è iniziato nel 2008 quando è stato rilevata della diossina negli animali, una sostanza altamente tossica che viene rilasciata nell'atmosfera dall'attività di grandi industrie e che poi ricade nel terreno e viene assorbita dalla superficie del suolo. E che può influenzare in modo grave la salute umana, provocando problemi di riproduzione e di sviluppo, fino ad influenzare il sistema immunitario e provocare il cancro. In quel momento, e dinnanzi al pericolo per la salute pubblica, il governo li ha costretti a sacrificare le loro pecore e a porre fine così al loro principale mezzo di sostentamento.

La ragione di questa contaminazione è dovuta all’acciaieria Ilva, una delle più grandi d'Europa. Fondata nel 1905, la fabbrica ha causato un forte impatto ambientale sulla zona di Taranto, a tal punto da arrivare a contaminare il terreno con i suoi rifiuti. Gli agricoltori, lungi dal rinunciare, hanno deciso di utilizzare un metodo un po' particolare per recuperare le loro terre e tornare a pascolare nella zona. Il primo a portarlo a termine è stato il contadino Vincenzo Fornaro, che una volta aveva 600 pecore nella sua grande fattoria, oggi vuota dopo il disastro.

Per fare questo, Fornaro ha riempito i suoi vasti ettari di canapa industriale, la cannabis con livelli di THC molto bassi e la cui coltivazione è considerata legale. Così, ha avviato il processo di fitorisanamento, un termine coniato dal Dr. Ilya Raskin del Centro di Biotecnologie dell'Università di Rutgers (New Jersey). Tale processo è in grado di utilizzare delle specie vegetali per decontaminare il suolo, depurare le acque reflue o persino ripulire l’aria in spazi all'interno. In particolare, con la coltivazione di 'Cannabis sativa' Fornaro ha fatto sì che le sostanze inquinanti fossero assorbite dalle radici della pianta che immagazzinano e, in alcuni casi, trasformano le tossine in sostanze innocue. 


In questo modo, poco a poco, Fornaro ha riacquistato la ricchezza dei suoi terreni e crede che la canapa sia, senza dubbio, il futuro della sua azienda agricola, allontanandosi da tutti i pregiudizi di coloro che lo guardano in modo strano per aver piantato della cannabis sulla sua terra. Contro questi timori c’è anche la lotta dell’associazione CanaPuglia, che dal 2011 difende nella zona la coltivazione della ‘Cannabis sativa’ per decontaminare i terreni delle aziende agricole colpite dall’acciaieria. Grazie a lei, circa 100 agricoltori e contadini che vivono nei pressi dello stabilimento non si sono dovuti spostare per poter continuare il loro lavoro.
I buoni risultati del ripristino delle terre a Chernobyl

Tuttavia, non è la prima volta che questo processo viene portato a termine con successo per decontaminare i terreni agricoli. Negli anni ’90, dopo il disastro nucleare di Chernobyl, la canapa è stata utilizzata insieme ad altre piante, come i girasoli o le graminacee, per ripulire i terreni dai metalli contaminanti in prossimità delle zone nucleari. In particolare, nel 1998, i laboratori Phytotech, insieme ai produttori e all'Istituto ucraino di coltivazioni di fibre, hanno preso la decisione di piantare della canapa industriale al fine di rimuovere lo stronzio e il cesio radioattivo, altamente tossici anche in piccole quantità.

“La canapa ha dimostrato di essere una delle migliori piante per fitorisanamento mai trovate prima”, ha affermato Slavik Dushenkov, un ricercatore dei laboratori Phytotech, dopo aver verificato gli ottimi risultati nelle zone colpite da uno dei più grandi disastri nucleari della storia.

Oltre all’Ucraina, gran parte delle terre della vicina Bielorussia sono state colpite dall'esplosione nucleare. Pertanto anche gli scienziati bielorussi e le autorità locali hanno consigliato l'uso della canapa come decontaminante. Le loro ricerche hanno certificato che non solo aveva i vantaggi delle piante destinate al fitorisanamento, ma che poteva essere utilizzata anche per generare biocarburanti e ridurre il suo uso il volume totale di CO2 emessa nell’atmosfera.

Una nuova opportunità dopo il disastro di Fukushima 

Nel 2011 il panico contro l’energia nucleare si è di nuovo intensificato con l'incidente alla centrale di Fukushima, che è stato uno dei più grandi disastri ambientali della storia recente. Di conseguenza, chilometri e chilometri di coltivazioni sono state danneggiate dall'impatto di composti radioattivi. Al punto che si assicura anche che le radiazioni di Fukushima hanno attraversato l'Oceano Pacifico e potrebbero raggiungere la costa occidentale degli Stati Uniti.

Nonostante i buoni risultati della cannabis nel suo ruolo di pulizia dei terreni, in Giappone non è stato approvato ancora alcun provvedimento per favorirne la coltivazione per ripristinare le estensioni di terre compromesse. Al contrario, il paese è molto severo con l'uso di questa pianta. Secondo la Legge di controllo della cannabis emanata nel 1948, è illegale possedere e coltivare marijuana; la pena per aver infranto uno dei due divieti corrisponde a diversi anni di prigione. Si proibisce anche in modo chiaro la cannabis per scopi medicinali. Alcune aziende agricole hanno ancora i permessi per la coltivazione industriale per ragioni tradizionali; tuttavia, sono una minoranza. 

Non è stato sempre così nel paese nipponico. Prima della Legge sul controllo della cannabis, la canapa era ampiamente coltivata in Giappone per realizzare tessuti e per i rituali nelle cerimonie imperiali. Recuperare la tradizione ed estendere le coltivazioni non solo porterebbe al paese un settore in crescita, ma gli permetterebbe anche di rinnovare le terre che sono state danneggiate dal disastro di Fukushima.

Un altro obiettivo: eliminare il cadmio dai terreni agricoli

Negli ultimi anni si è avvertito un aumento di contaminazione da cadmio nei terreni agricoli di tutto il mondo. La sua presenza è altamente dannosa per gli esseri umani. Consumare alimenti con eccesso di cadmio può causare gravi problemi di salute, come deformazioni delle articolazioni e delle ossa, malattie respiratorie, anemia e insufficienza renale. E ancora una volta, la chiave per eliminarlo dalla nostra dieta è la canapa.

Secondo uno studio condotto da scienziati di due università cinesi nel 2011, la maggior parte delle varietà di canapa industriale sono caratterizzate da una elevata capacità di assorbire e accumulare grandi quantità di cadmio nel terreno, senza pericoli per la pianta stessa. Ciò permetterebbe, con un controllo della coltivazione, di sfruttare delle aree per la coltivazione di prodotti che prima non erano adatte e senza mettere in pericolo la salute dei consumatori.

Inoltre, queste ricerche mettono in luce i molteplici usi delle varietà 'Cannabis sativa', per cui se non fosse adatta al consumo diretto potrebbe essere utilizzata per la produzione di fibre per abbigliamento, carta, etanolo o persino materiali di bioedilizia, dando un significativo beneficio economico nella commercializzazione delle sue fibre. 

Una soluzione per il progresso nei paesi del Terzo Mondo

A causa di queste proprietà, la coltivazione della canapa potrebbe anche essere un buon metodo di sussistenza per i paesi poveri, soprattutto nell'Africa sub-sahariana e in alcune zone dell'Asia. La cannabis ha la capacità di crescere in terreni impoveriti e quasi senza sostanze nutritive. Il potente sistema delle radici della canapa industriale può rompere il terreno compattato, fornendo aerazione e porosità, ma stabilizzando saldamente il terreno, cosa che aiuta a controllare l'erosione. 

In molti pensano che la coltivazione della canapa industriale in aree strategiche dovrebbe essere una decisione fondamentale per qualsiasi governo, come la rotazione delle colture per prevenire i parassiti e non usare pesticidi né solventi inutili. In qualche modo, la canapa stabilizza la zona e funge da filtro al decomporre la materia contaminante dopo averla assorbita. Questo è stato certificato da uno studio elaborato dall'Istituto Polacco di Fibre Naturali nel 1995, garantendo che la canapa potrebbe sopportare elevati livelli di metalli pesanti senza compromettere la crescita della pianta, la sua raccolta o la qualità della fibra.

Inoltre, queste piantagioni sono in grado di ricreare le sostanze nutritive in un solo anno di coltivazione. In questo modo, la loro crescita in terreni inerti porta nuove proprietà al substrato e lo rende adatto alla coltivazione di qualsiasi tipo di vegetale. Questo potrebbe diventare un’occasione per sfruttare alcune aree e potenziare così l'economia locale e l'autosufficienza dei luoghi più poveri. Senza alcun dubbio, la 'Cannabis sativa' ci sorprende ogni giorno con le sue molteplici proprietà, a tal punto da essere in grado di dare la vita dove finora non esisteva.

https://www.dinafem.org/it/blog/cannabis-soluzione-ripristinare-terreni-contaminati/

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