Immunologa della Harvard University smaschera il grande inganno della vaccinazione


Ciò che vi racconteremo è parte di un intervento dalla Dott.ssa Tetyana Obukhanych, dell’Università di Harvard, con dottorato in Immunologia. Le sue considerazioni demoliscono completamente l’attuale iniziativa legislativa destinata a rimuovere tutte le esenzioni vaccinali in California, scritta e presentata subito dopo la pseudo epidemia di morbillo avvenuta a Disneyland.

La Dott.ssa Obukhanych confuta abilmente tutte le falsità confezionate da Big Pharma e dal governo federale degli Stati Uniti nel tentativo di implementare il programma super-vaccinale all’ordine del giorno.

La Dott.ssa Tetyana Obukhanych, è altresì autrice del libro Vaccine Illusion. Ha studiato Immunologia in alcune delle più prestigiose istituzioni mediche di tutto il mondo. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Immunologia presso la Rockefeller University di New York e ha proseguito la formazione post-dottorato presso la Harvard Medical School, [Boston, Massachusetts] e la Stanford University in California.

La Dott.ssa Tetyana Obukhanych ha scritto una lettera aperta al Legislatore della California, nella speranza che ravveda alcuni preconcetti diffusi in merito ai vaccini, al fine di aiutare a formulare una comprensione corretta ed equilibrata delle conoscenze scientifiche.
I bambini non vaccinati rappresentano una minaccia per la popolazione vaccinata?

Si è spesso affermato che coloro che scelgono di non vaccinare i loro figli per motivi di coscienza mettono in pericolo il resto della popolazione, e questa è la logica nascosta dietro la legislazione per porre fine alle esenzioni vaccinali attualmente allo studio da parte dei legislatori statali e federali nella maggioranza degli Stati Uniti. È necessario essere consapevoli che la natura della protezione offerta da molti vaccini moderni – e che comprende la maggior parte dei vaccini raccomandati dal CDC per i bambini – non è coerente con tale affermazione.

Qui di seguito sono descritti i vaccini raccomandati che non possono prevenire la trasmissione delle malattie, o perché non sono progettati per prevenire la trasmissione di infezioni [anzi, sono destinati a prevenire i sintomi della malattia], o perché sono destinati a malattie non trasmissibili. Pertanto, le persone che non hanno ricevuto i vaccini indicati di seguito non costituiscono una maggiore minaccia per la popolazione rispetto a coloro che sono stati vaccinati, il che implica che non può essere giustificata la discriminazione nei confronti dei bambini non immunizzati in un ambiente scolastico pubblico.

1 – IPV [vaccino antipolio inattivato] non può impedire la trasmissione del poliovirus. Il poliovirus selvaggio è inesistente negli Stati Uniti da almeno due decenni. Anche se poliovirus selvaggi dovessero essere reimportati tramite i viaggiatori, la vaccinazione contro la poliomielite con IPV non può influenzare la sicurezza degli spazi pubblici. Si prega di notare che l’eradicazione del poliovirus selvaggio è attribuita alla uso di un vaccino diverso, OPV [vaccino antipolio orale]. Pur essendo in grado di prevenire la trasmissione del poliovirus selvaggio, l’uso di OPV è stata abbandonata da tempo negli Stati Uniti [e in altri Paesi occidentali] e sostituito con IPV per motivi di sicurezza [il vaccino causava la polio nel ricevente]. I fatti dimostrano che, malgrado il vaccino antipolio inattivato [IPV] SALK, tutti coloro che hanno ricevuto il vaccino IPV potrebbero essere portatori sani della malattia perché tale vaccinazione non previene l’infezione del tratto digerente, a meno che i livelli di anticorpi nel siero non siano molto elevati [cosa insolita se non per breve tempo dopo le dosi di richiamo]. Viene tuttavia prevenuta l’infezione della mucosa dell’orofaringe e delle tonsille, cosicché viene eliminata la trasmissione attraverso le secrezioni faringee. Questo effetto può spiegare la diminuzione dell’incidenza dell’infezione osservata dopo l’impiego su larga scala del vaccino inattivato. Ma, uno degli svantaggi è la non eliminazione della possibilità di reinfezione intestinale e della escrezione fecale.

The Cuba IPV Study collaborative Group, nel loro lavoro del 2007 “Randomized controlled trial of inactivated poliovirus vaccine in Cuba” [New England Journal of Medicine 356:1536-44], dimostrano in una loro tabella che il 91% dei bambini che non ricevono IPV [gruppo di controllo B] sono stati colonizzati con poliovirus vivo attenuato su deliberata inoculazione sperimentale. I bambini che erano stati vaccinati con IPV [gruppi A e C] allo stesso modo sono stati colonizzati in percentuale dal 94-97%. Un’elevata conta di virus vivi è stata rinvenuta nei bambini di tutti i gruppi. Questi risultati rendono chiaro che il vaccino IPV non può essere invocato per il controllo e la protezione dai poliovirus.


2 – Il tetano non è una malattia contagiosa, ma piuttosto si acquisisce da ferite profonde in tessuti contaminati con spore di Clostridium tetani [obbligatoriamente fin dall’inizio in una situazione rigorosamente anaerobica]. Pertanto, la vaccinazione per il tetano [tramite il vaccino combinato DTaP] non può modificare la sicurezza degli spazi pubblici; la si intende unicamente come protezione personale.

3 – Anche se lo scopo è di prevenire gli effetti provocati dalla difterite, il vaccino con tossoide antidifterico [anch’esso contenuto nel vaccino DTaP] non è concepito per impedire la colonizzazione e la trasmissione di Clostridium diphtheriae. Pertanto, la vaccinazione contro la difterite non può modificare la sicurezza degli spazi pubblici; è quindi destinata solo protezione personale.

4 – Il vaccino acellulare contro la pertosse [aP], contenuto anch’esso nel vaccino combinato DTaP, attualmente in uso negli Stati Uniti, ha sostituito il vaccino intero contro la pertosse alla fine del 1990, cui ha fatto seguito una ripresa senza precedenti della malattia. Un esperimento deliberato con infezione da pertosse nei primati ha rivelato che il vaccino acellulare non è in grado di prevenire la colonizzazione e la trasmissione di Bordetella pertussis. Tutto ciò è dimostrato dal lavoro di Warfel e collaboratori, Acellular pertussis vaccines protect against disease but fail to prevent infection and transmission in a nonhuman primate model [Proc Natl Acad Sci USA 111:787-92], dove i babbuini vaccinati con aP risultavano protetti dai gravi sintomi pertosse-associati ma non dalla colonizzazione, mentre gli animali infettati precedentemente [che avevano sviluppato un’immunità naturale] non sono stati colonizzati da infezioni secondarie. Inoltre, è interessante notare che la FDA ha emesso un avviso riguardante questa scoperta cruciale.

Inoltre, nella riunione del Consiglio dei consulenti scientifici presso il CDC nel 2013furono portati a conoscenza dei dati aggiuntivi allarmanti in merito alle varianti di pertosse [ceppi PRN-negativi], attualmente in circolazione negli Stati Uniti, che avevano acquisito un vantaggio selettivo per infettare coloro che ricevono il richiamo del vaccino combinato DTaP; il che significa che le persone vaccinate nuovamente hanno maggiori probabilità di essere infette, e quindi contagiose, rispetto alle persone che non sono vaccinate.

A pagina 6 del documento del CDC si legge infatti un concetto inequivocabile:


5 – Tra i numerosi tipi di Haemophilus influenzae, il vaccino Hib copre solo il ceppo b. Nonostante la sua unica intenzione di ridurre lla malattia sintomatica e asintomatica [e il trasporto di Hib], l’introduzione del vaccino contro Hib ha inavvertitamente spostato il ceppo dominante verso altri ceppi di Haemophilus influenzae [da A a F]. Questi ceppi hanno provocato una malattia invasiva di elevata gravità e crescente incidenza negli adulti, nell’era della vaccinazione anti-Hib nei bambini.

Il grafico che segue dal lavoro di Rubach e collaboratori, Increasing incidence of invasive Haemophilus influenzae disease in adults, Utah, USA. [Emerg Infect Dis 17:1645-50], mostra il numero di casi invasivi di Haemophilus influenzae [tutti i tipi] nello Utah nel decennio di vaccinazione dei bambini per Hib.


La popolazione generale è più vulnerabile alla malattia invasiva di quanto non fosse prima dell’inizio della campagna di vaccinazione contro Hib. Discriminare bambini che non sono vaccinati contro Hib non ha alcun senso scientifico nell’era di non malattia da Haemophilus influenzae tipo b.

6 – Il virus dell’epatite B si acquisisce solamente per contatto con sangue infetto. Esso non si diffonde in un ambiente comunitario, soprattutto tra i bambini, che sono difficilmente impegnati in comportamenti ad alto rischio, come la condivisione di aghi o atti sessuali. Somministrare la vaccinazione contro l’epatite B ai bambini non modifica in modo significativo la sicurezza negli spazi pubblici. Inoltre, l’ammissione a scuola non è vietata per i bambini che sono portatori cronici del virus dell’epatite B. Pertanto, per proibire l’ammissione scolastica a coloro che non sono vaccinati – e nemmeno portatori di epatite B – costituirebbe una discriminazione irragionevole e illogica.

In sintesi, una persona che non è vaccinata con IPV, DTaP, HepB, e Hib [vaccino esavalente] per motivi di coscienza non pone alcun pericolo maggiore alla collettività rispetto a coloro che sono vaccinati. E nessuna discriminazione è giustificata.
Con quale frequenza avvengono eventi avversi gravi al vaccino?

E’ spesso affermato che la vaccinazione comporta raramente degli eventi avversi gravi. Sfortunatamente, questa affermazione non è supportata dalla Scienza. Un recente studio condotto in Ontario, Canada, da parte di Wilson e collaboratori, Adverse events following 12 and 18 month vaccinations: a population-based, self-controlled case series analysis [PLoS One 6:e27897], ha stabilito che la vaccinazione


in realtà conduce ad una visita di pronto soccorso per 1 ogni 168 bambini, dopo il suo inoculo dei 12 mesi, e per 1 ogni 730 bambini dopo il suo inoculo dei 18 mesi.

Quando il rischio di un evento avverso che richiede una visita in Pronto Soccorso dopo la vaccinazione è palesemente così elevato, la vaccinazione deve rimanere una scelta per i genitori perché possono essere comprensibilmente meno disposti a esporsi a tale rischio immediato al fine di proteggere i propri figli da malattie che sono generalmente considerate lievi oppure alle quali non saranno mai esposti.
Può la discriminazione contro le famiglie che si oppongono ai vaccini per motivi di coscienza prevenire future epidemie di malattie virali trasmissibili, come il morbillo?

I vari ricercatori che si occupano di morbillo hanno da lungo tempo messo in guardia in merito al “morbillo paradosso“. Citando l’articolo di Poland & Jacobson [1994] Failure to Reach the Goal of Measles Elimination: Apparent Paradox of Measles Infections in Immunized Persons [Arch Intern Med 154:1815-1820:]


L’apparente paradosso è che, come i tassi di vaccinazione contro il morbillo salgono a livelli elevati in una popolazione, il morbillo diventa una malattia delle persone immunizzate.

Ulteriori ricerche hanno stabilito che dietro il “morbillo paradosso” c’è una frazione della popolazione chiamata “low vaccine responders“. I “low responder” sono coloro che rispondono male alla prima dose del vaccino contro il morbillo. Questi individui poi scatenano una risposta immunitaria debole al successivo richiamo e tornano rapidamente nella categoria dei “suscettibili”, entro 2-5 anni, pur essendo completamente vaccinati. Inoltre, il richiamo vaccinale non può correggere la bassa reattività: sembra essere un tratto immuno-genetico. [Variability in Immune Response to Pathogens: Using Measles Vaccine to Probe Immunogenetic Determinants of Response – Poland (1998) Am J Hum Genet 62:215-220]

La percentuale di “low responder” tra i bambini degli Stati Uniti è stata stimata al 4,7% [Persistence of Measles Antibodies After 2 Doses of Measles Vaccine in a Postelimination Environment – LeBaron et al. (2007) Arch Pediatr Adolesc Med 161:294-301]. In Italia invece giocano al lotto nel tentativo di identificare una migliore strategia vaccinale per questi soggetti, e se va male non è mai colpa del vaccino [siamo sarcastici, ndr].

Studi di focolai di morbillo in Quebec, Canada, e Cina attestano che i focolai di morbilloavvengono anche quando la conformità alla vaccinazione è nella fascia più alta [95-97% o addirittura 99%] – [Largest measles epidemic in North America in a decade–Quebec, Canada, 2011: contribution of susceptibility, serendipity, and superspreading events – De Serres et al. (2013) J Infect Dis 207:990-998] – [Outbreak of measles among persons with prior evidence of immunity, New York City, 2011. – Rosen et al. (2014) Clin Infect Dis 58:1205-1210].

Tutto ciò accade perché, anche in alti responder ai vaccini, gli anticorpi indotti dal vaccino si attenuano nel tempo. E l’immunità vaccinale non è uguale all’immunità naturale, acquisita dopo l’esposizione naturale alla malattia, che dura tutta la vita. Inoltre, è stato documentato che le persone vaccinate che sviluppano il morbillo sono contagiose. Infatti, le due gravi epidemie di morbillo nel 2011 [in Quebec, in Canada, e a New York] sono state causate da individui precedentemente vaccinati.

Nel loro insieme, questi dati rendono evidente che l’eliminazione delle esenzioni vaccinali, attualmente utilizzate solo da una piccola percentuale di famiglie in ogni caso, non potranno risolvere il problema della recrudescenza della malattia né evitare la reimportazione e/o focolai di malattie precedentemente eliminate.
La discriminazione contro gli obiettori di coscienza è l’unica soluzione praticabile?

La maggior parte dei casi di morbillo verificatisi negli ultimi focolai statunitensi [tra cui la recente epidemia di Disneyland] ha riguardato adulti e bambini molto piccoli, mentre nell’epoca pre-vaccinale il morbillo si verificava principalmente in età compresa tra 1 e 15 anni. L’esposizione naturale al morbillo è stata seguita da immunità permanente da re-infezione, mentre l’immunità vaccinale svanisce nel tempo lasciando gli adulti scoperti dai loro vaccini dell’infanzia. Il morbillo è certamente più preoccupante per i bambini piccoli e per gli adulti rispetto ai bambini in età scolare.

Nonostante alte probabilità di esposizione in epoca pre-vaccinale, il morbillo non si è mai presentato nei bambini molto più giovani di un anno di età a causa del robusto meccanismo di trasferimento dell’immunità materna. L’attuale vulnerabilità di bambini molto piccoli al morbillo è il risultato diretto della campagna di vaccinazione di massa prolungata, durante la quale le loro madri, vaccinate nella loro infanzia, non sono state in grado di provare il morbillo naturalmente in età scolastica così da stabilire un’immunità naturale [a vita] e trasmetterla ai loro bambini per proteggerli dal morbillo nel primo anno di vita.

Per fortuna, esiste un backup terapeutico per imitare l’immunità materna erosa. I neonati e altri soggetti vulnerabili o immunocompromessi, hanno diritto a ricevere immunoglobuline, una misura potenzialmente salvavita che fornisce anticorpi diretti contro il virus per prevenire o migliorare l’approccio alla malattia in seguito all’esposizione. [Immunoglobulin Handbook, Health Protection Agency]
In breve:
a causa delle proprietà dei vaccini moderni, i soggetti non vaccinati non presentano alcun rischio maggiore di trasmissione della polio, difterite, pertosse, e numerosi ceppi di Haemophilus influenzae non-b, rispetto agli di individui vaccinati,
gli individui non vaccinati non costituiscono alcun pericolo di trasmissione di epatite B in un ambiente scolastico, e il tetano non è trasmissibile a tutti;
vi è un rischio significativamente elevato di visite al pronto soccorso dopo la somministrazione delle vaccinazione dell’infanzia e questo attesta che la vaccinazione non è esente da rischi;
focolai di morbillo non possono essere del tutto evitati, anche se c’è un elevato standard di rispetto della pratica vaccinale;
un metodo efficace per prevenire il morbillo e altre malattie virali nei bambini non ammissibili alla vaccinazione e agli immunocompromessi, è costituita dalle immunoglobuline disponibili per tutti coloro che possono essere esposti a queste malattie.



Presi insieme, questi cinque fatti indicano chiaramente che la discriminazione in un ambiente scolastico pubblico nei confronti dei bambini che non sono vaccinati per motivi di coscienza è del tutto ingiustificata ed eccessiva, così come lo stato vaccinale degli obiettori di coscienza non presenta alcun rischio per la salute pubblica. FONTE

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